Ci sono persone così povere che l'unica cosa che hanno sono i soldi.

Santa Madre Teresa di Calcutta

sabato 27 luglio 2013

Ancora tre giorni e poi...

Mancano ormai una manciata di ore e poi conosceremo la sorte che toccherà al primo Governo Letta.

La situazione che stiamo vivendo è paradossale, se ci pensiamo bene: la sorte del Governo del Paese dipende dalle sorti giudiziarie del leader politico di un partito che sostiene il Governo. In Paesi normali, diciamo meglio, normalmente, il leader di un partito che sostiene il Governo del proprio Paese non avrebbe guai giudiziari, o se li avesse, non sarebbe il leader politico di un partito che sostiene il Governo.

D'altra parte, si dovrebbe anche dimostrare quale sarebbe il male minore: la continuazione del Governo Letta oppure andare a nuove elezioni?

Personalmente riteniamo che la discussione e i temi politici affrontati in questi mesi dal Governo non abbiano ancora toccato e messo in evidenza i punti fondamentali che costituiscono, che originano il deficit strutturale che affligge il nostro Paese rispetto alle altre nazioni parimenti industrializzate.

Quando un Paese come l'Italia paga ogni anno 100 miliardi di euro di interessi sul proprio debito pubblico, capite che il margine di manovra per qualsiasi Governo è nullo se non si taglia per prima cosa il debito che li genera. Tanto per essere chiari: la manovra di cancellazione delle provincie in corso di approvazione in Parlamento si calcola che dovrebbe far risparmiare spese per un miliardo di euro all'anno!

Poi c'è il capitolo del lavoro nero: le stime dicono che sono tre milioni i lavoratori irregolari in Italia con un'evasione fiscale derivante di 40 miliardi di euro all'anno… altro che manovra sull'Imu o sull'Iva.

Terzo tema: con una pressione fiscale come quella attuale è impossibile parlare di crescita, perché la crescita, se anche ci fosse, sarebbe soffocata dalla medesima pressione fiscale il che porterebbe a nuova evasione e quindi il cerchio non si chiuderebbe mai.

Si potrebbe continuare, ma tant’è. Solo una cosa chiediamo a questo Governo che si è definito di servizio per il Paese: non prendiamoci in giro. 

Sino a quando non si affronteranno le tematiche di cui sopra non si riuscirà ad invertire la rotta. Ma per affrontare questi temi, occorre la consapevolezza in primis nella coscienza delle persone, dei politici, della classe dirigente del Paese.

I concetti di legalità, di uguaglianza, di ridistribuzione delle ricchezze, di lavoro regolare per tutti, devono riprendere ad essere presenti nella vita della nostra comunità, altrimenti la crisi economica continuerà e anzi aumenterà. Da questo punto di vista, l’avvento inaspettato, provvidenziale del nuovo Papa Francesco ci potrebbe essere molto d'aiuto: speriamo che gli italiani possano trarre dalle sue parole, dal suo Magistero pensieri ed idee illuminanti.

L'altro aspetto che deve entrare in gioco in questo periodo così turbolento è quello del compito educativo che spetta a noi adulti (insegnanti e genitori) nei confronti dei nostri figli. 

Forse anche noi genitori, noi insegnanti dobbiamo fare autocritica e riconsiderare i valori che abbiamo praticato e trasmesso, con coscienza o meno, sino ad ora ai nostri ragazzi. Ha scritto Jonah Lynch nel suo ultimo libro, Egli canta ogni cosa: “Conoscere la verità è una grande avventura ed è anche un grande rischio. Potresti scoprire che devi cambiare idea su qualcosa. Potresti anche scoprire che devi cambiare vita”.

Meditiamo gente, meditiamo…




domenica 21 luglio 2013

Egli canta ogni cosa

“Conoscere la verità è una grande avventura ed è anche un grande rischio. Potresti scoprire che devi cambiare idea su qualcosa. Potresti anche scoprire che devi cambiare vita”.

Jonah Lynch, dopo il successo de Il profumo dei limoni,  (http://lorenzorobertoquaglia.blogspot.it/2012/02/il-profumo-dei-limoni.html)  torna in libreria con Egli canta ogni cosa, libro pensiero che, come scrive nella prefazione Paolo Cevoli, fa compagnia ai giovani d’oggi, invischiati nel problema dei problemi: cosa ne devo fare della mia vita, per che cosa, per chi vale la pena che venga spesa?

Il “giovane” sacerdote racconta ad un gruppo di studenti liceali la propria esperienza di vita e dalle circostanze concrete, dai fatti personali a lui accaduti, parte la risposta alle domande esistenziali dei ragazzi.

Ne esce un volumetto che si legge in un paio di ore, ma che può essere riletto per tutta la vita, soprattutto dai giovani di ogni generazione. La proposta di Lynch, sussurrata all’orecchio, sperimentata personalmente e verificata nel tempo, è quella di un approccio sperimentale alla fede cristiana.

Certo, il sacerdote Lynch non poteva proporre altro, direbbero gli scettici. E’ vero, ma il ragazzo Jonah Lynch, prima di diventare sacerdote, è stato un giovane che ha cercato le risposte alle medesime domande che i liceali ora rivolgono a lui.

In questo libro Lynch propone agli studenti le medesime ragioni che hanno reso felice e degna di essere vissuta la sua vita. I capitoletti scivolano via velocemente, ma ci si accorge alla fine di ogni pagina che quello che si è letto equivale ad una sintesi di ore di preghiera e di riflessioni accompagnate, in sottofondo, dalla musica, elemento facilitante l’incontro con Dio.

Questo è un manoscritto che consiglio di leggere non solo a chi ha terminato gli studi universitari, ma soprattutto ai giovani maturati che si stanno apprestando a scegliere una facoltà universitaria, scelta che nel giro di alcuni anni li getterà nella mischia della vita quotidiana dentro la quale dovranno scegliere in che ruolo giocare, se essere spettatori o attori. 

Termino questo invito alla lettura con la definizione di verginità che dà Lynch nel suo libro e che personalmente trovo di una liberazione sconvolgente dai rapporti a volte tormentati e opprimenti che abbiamo con parenti, amici e colleghi: “…la verginità è un atteggiamento che si può adottare di fronte ad ogni cosa: al lavoro, alle persone… Vuol dire lasciar vivere. Vuol dire godere del fatto che le cose e le persone abbiano una propria vita, una propria consistenza. Vuol dire gioire di questo, senza voler subito rapirle e farle proprie”.

Di fronte a persone che ti lanciano questi messaggi, si può anche pensare che forse dobbiamo iniziare nella nostra vita a cambiare idea su qualcosa.





mercoledì 17 luglio 2013

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie...

Dopo un Presidente del Consiglio che convince il Parlamento italiano che una ragazza tunisina di 17 anni è la nipote del Rais dell’Egitto, dopo che un Ministro della Repubblica dichiara in Parlamento che un terzo soggetto, a sua insaputa, gli aveva regalato una parte del suo appartamento romano vista Colosseo, ascoltare la relazione di ieri, sempre nell'aula sacra del nostro Parlamento, tenuta dal Ministro Alfano sul caso Ablyazov, è stato come rivedere un vecchio film di Alberto Sordi su vizi e virtù di noi italiani.

Ormai ci siamo abituati a far finta di credere a quello che ci raccontano i governanti di turno. E' cento cinquant'anni che ci crediamo.

Il problema è che la situazione generale del Paese si è deteriorata come mai lo era stata in passato e la gente se prima ascoltava e si faceva quattro risate, adesso ascolta e subito aumenta l'irritazione verso questa classe dirigente che ogni giorno si rivela sempre più inadeguata a gestire la situazione politica ed economica del Paese.

L'esperienza del governo dei due Letta, dopo quella del governo tecnico di Monti, non sta facendo bene all'Italia, non quanto almeno gli italiani si auguravano.

Del resto non siamo la Germania, siamo stati alleati dei tedeschi in tempi infausti, e anche allora alla fine siamo diventati loro succubi.

La grande coalizione da noi non funziona perché manca l'idea di bene comune, di Nazione con la N maiuscola che il popolo tedesco possiede dentro di sé e quello italiano non possiede.

Per cui da noi il massimo a cui si può aspirare è il concetto di bene partito, di bene fazione, di bene clan.

La situazione politica, lasciando perdere l'ultimo caso internazionale, dimostra come i tre partiti di governo siano in disaccordo su quasi tutti i temi fondamentali che un governo normale dovrebbe affrontare con una visione unitaria. In più i partiti - movimenti all'opposizione non sono in grado o non vogliono proporre soluzioni alternative probabilmente con lo scopo di arrivare prima possibile alla fine di questa Legislatura. Il che non sarebbe un male in sé, a patto che le forze politiche che subentrassero nel governo del Paese, avessero un programma e una visione del futuro alternativo. Ma purtroppo cosi non è.

Quale speranza collettiva rimane al di là della speranza personale che ciascuno di noi conserva verso Dio o altre forme diverse di ideologie?

La verità è che anche questo governo presto o tardi (nel senso tra qualche settimana o tra qualche mese) imploderà su se stesso e ci toccherà andare alle urne ancora una volta con la tanto vituperata, ma a quanto sembra anche tanto amata, legge elettorale il cui nome comune, porcellum, oggi come non mai, ricorda l'autore che la inventò. 

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie scriveva il poeta cento anni fa.

Si prova una strana sensazione a rileggere questa poesia… una sensazione di attualità…




mercoledì 10 luglio 2013

La scelta universitaria

Ancora pochi giorni, cari maturandi, e sarete passati al nuovo status di maturi.

Ve lo annuncio subito, se ancora la vostra giovane età non vi ha permesso di comprenderlo, che il nuovo status non porta di per sé la panacea e la soluzione di tutti i problemi che l'adolescenza, per voi ormai alle spalle, aveva prepotentemente posto di fronte alle vostre giovani vite.
Anzi, se mai, da maturi le decisioni che dovrete prendere d'ora innanzi, saranno più importanti, più radicali e dovranno essere assolutamente vostre, senza più l'alibi di genitori che vi costringono a compiere scelte non condivise.

E una delle prime scelte che vi aspetta al varco, in questa estate 2013, è la scelta della facoltà universitaria.

Premessa: il consiglio che vi può dare un genitore di quasi mezzo secolo di vita è di continuare la vostra formazione scolastica iscrivendovi ad una facoltà universitaria. Nel momento storico che stiamo vivendo la formazione scolastica per un giovane cittadino del pianeta è assolutamente importante e fondamentale per affrontare un mondo del lavoro sempre più difficile, complesso e competitivo.

Con questo non voglio dire che la formazione universitaria debba per forza essere di carattere tecnico o scientifico. A mio modo di vedere, nel mondo del lavoro di domani, che poi è il nostro mondo di oggi più un giorno, serviranno sempre, oltre a bravi e preparati medici e ingegneri, anche bravi e preparati insegnanti, scrittori, pittori e poeti. Quello che conta è la passione con cui si sceglie una facoltà universitaria, con uno sguardo all'occupazione / professione che si vorrebbe intraprendere un domani.

Non dovete, ragazzi, farvi influenzare in questa decisione, che poi inevitabilmente condizionerà la vostra vita, da pressioni più o meno velate di genitori, parenti o amici. Decidete con il cuore e con la mente, ma che siano entrambi i vostri! Molto meglio un insegnante soddisfatto che un medico indeciso, molto meglio un ricercatore curioso in università che un avvocato triste in Tribunale. La scelta universitaria è scelta vocazionale, scelta di vita. Il lavoro che ognuno di voi sceglierà di fare condizionerà la vostra vita per sempre.

Massimo Diana sostiene, a ragione, che ogni uomo  che è al mondo deve, prima o poi, fare i conti con due questioni fondamentali: imparare ad amare e prepararsi a morire. Tralasciando il secondo aspetto, che per voi ragazzi di 18 / 19 anni è forse ancora troppo lontano dalla vostra vita, il primo invece è decisivo proprio in una questione come questa. Imparare ad amare significa prendere sul serio il proprio destino, il cammino che sino a questo momento si è compiuto e metterlo al servizio di se stessi.

Questo è l'unico modo che conosco per affrontare con serenità la scelta universitaria, liberi da un esito che in questo momento non vi appartiene, ma che è già positivamente presente in una scelta effettuata utilizzando questa evidenza della ragione.


Auguro ad ognuno di voi tanto coraggio per intraprendere la scelta giusta. Sembra retorica, badate che non lo è, ma il futuro della nostra Nazione, l'uscita dal tunnel di questa crisi esistenziale in cui tutti noi ci troviamo, dipenderà anche dagli uomini e dalle donne che domani, con il proprio lavoro felicemente svolto, permetteranno al nostro Paese di fare quattro passi in avanti...E quegli uomini e quelle donne siete anche voi, maturi del 2013.




martedì 9 luglio 2013

Vango - un principe senza regno

Ho appena terminato la lettura della seconda parte delle avventure di Vango, misterioso eroe uscito dalla penna di Timothée de Fombelle.

Il secondo romanzo è, come il primo, avvincente sin dalle prime pagine, e l'autore rituffa il lettore nel mare impetuoso che segna l'esistenza di Vango e dei suoi amici in lotta contro misteriosi personaggi.


Poco per volta la trama si snoda e le vicende sembrano trovare una giusta collocazione, lasciando però il protagonista in attesa di una soluzione definitiva, sull’esito della ricerca delle proprie origini, sino al termine del romanzo.


La lettura è appassionante e fresca, come bere da una fonte alpina, e conduce il lettore sulle cime della fantasia e sulle vette dell'immaginazione.


La storia ha il suo lieto fine e ci svela il vero volto di Vango che, per come l'abbiamo conosciuto nelle pagine dei due romanzi, sembra talmente reale che non ci stupiremmo di poterlo incontrare in una locanda, seduto al tavolo vicino al nostro, a fare quattro chiacchiere con Ethel e La Talpa !


Un lettura più che piacevole, adatta a ragazzi e ad adulti che hanno mantenuto il piacere delle letture per ragazzi!



                                               




Timothée de Fombelle, Vango – un principe senza regno, Edizioni San Paolo, 2012